Mortadella viterbese (Spianata romana)

Preparazione:

Con il termine di “spianata romana” oggi si identifica un salume tipico del Lazio, preparato con carne di suino magra, scelta e macinata finemente, condita con sale e pepe e da ultimo pressata, per conferirle la forma caratteristica, conosciuta anche con un altro appellativo, quello di “Mortadella” che richiama alla memoria quella emiliana, ma soltanto per la denominazione, perché si tratta di due prodotti completamente diversi, uno crudo e l’altro cotto; ma nel passato il termine “mortadella” aveva un significato generico di salume fatto con un impasto di carne ottenuta lavorandola con il mortaio (in latino mortarium). Infatti nei ricettari del 1300 e 1400 troviamo vari tipi di mortadelle fatte con carne cruda, come nel ricettario del romano Leonardi (1790). Questo autore, sotto la voce “mortadelle” dice infatti che “dopo fatte si mettono in soppressa fra due tavole con un gran peso sopra, e si lasciano così per lo spazio di ventiquattro ore; indi si appendono in aria, e si sfumano pochissima cosa, mentre la soppressa serve ad esse di stufa. Queste mortadelle si chiamano, volgarmente Coscie di Monache, e si mangiano, più crude che cotte”. Nei primi del ‘900 troviamo questo insaccato anche sotto il nome di “mortadella di Viterbo”, in particolare nella Guida del TCI, quando questa cita i prodotti tipici della nostra zona. Attualmente questo insaccato viene prodotto dalle industrie locali con il nome di spianata romana.

  • Curiosità:

    nel passato il termine "mortadella" aveva un significato generico di salume fatto con un impasto di carne ottenuta lavorandola con il mortaio (in latino mortarium).